lunedì 25 febbraio 2013

Galeotto fu Caravaggio


L’incontro tra Viola e Nicotera avviene in maniera del tutto inaspettata: la nostra beniamina si imbatte nel tenebroso magistrato nel giorno in cui questi si reca in visita privata al Museo di Capodimonte, in quanto noto appassionato di arte pittorica (nonché di film di Alvaro Vitali). 
Il fato decide che sia proprio Viola a dovergli fare da guida tra i quadri custoditi nella spettacolare pinacoteca e, tra una tela e l’altra, la donzella inizia ad avvertire una strana vibrazione d’amore provenire proprio dall’allegato di Nicotera, intuendo, di conseguenza, che un incontro ravvicinato con cotanto faldone potrebbe essere PENALMENTE rilevante per la sua vita piatta sentimentale.
Pur di far sì che la Giustizia, nella persona del Dott. Eugenio Nicotera, le metta le mani addosso, Viola ipotizza di squarciare la tela più importante del Caravaggio con
 il tacco 10 della sua scarpa per essere così arrestata da lui in flagranza di reato.
 

Nella sua mente accecata dalla passione, immagina di essere ammanettata per ordine del magistrato più sexy di Napoli con degli strani aggeggi contornati da pelouche di colore rosa shocking e spedita nottetempo in camera di sicurezza con la pubblica accusa, in barba alle norme garantiste sancite dai nostri padri costituenti più di 60 anni fa .
La ragazza, ormai cotta di Eugenio, non fa altro che sperare di essere rinviata a giudizio  e subire al più presto un processo per direttissima a porte rigorosamente chiuse, rinunciando ai suoi diritti civili e alla presenza di un avvocato difensore pur di sedurre il bel magistrato.
Quando si dice dura lex….


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