Ecco svelata, in esclusiva, l’identità dello psicologo di Silvia!

Viene sempre ripreso di spalle come fosse un pentito di mafia, ma non proferisce parola, quindi è chiaro che non è un collaboratore di giustizia.

Non asseconda né contesta il proprio interlocutore, ma resta immobile come un corazziere di Montecitorio.

Non stimola l’introspezione come un buon professionista dovrebbe fare, ma appare più annoiato di un disgraziato che partecipa ad una riunione di condominio il 24 dicembre alle dieci di sera nel locale condominiale con una temperatura di 3 gradi sotto zero... Infatti, il suo pensiero dominante mentre

ascolta le pippe mentali dei pazienti è “perché non ti attacchi alla canna del gas?”.

Di lui conosciamo solo:

la targhetta penzolante di ottone annerito sulla quale a stento si legge il suo nome;

la notevole stempiatura che campeggia sulla parte posteriore della sua testa (vuota);

le orrende giacche di flanella color cacca di cammello africano che è solito indossare pensando di essere trendy;

la poltrona nera  sulla quale siede, che è la stessa di quando ha aperto lo studio 30 anni fa: infatti dallo schienale fuoriescono l’imbottitura gialla e qualche molla;

la macchia di umidità sul soffitto sviluppatasi proprio in direzione della poltrona dove siede il malcapitato paziente, il quale, una volta terminata la terapia, si ritroverà pure a dover curare una brutta broncopolmonite.

Ebbene sì, parliamo proprio di lui: lo psicologo di Silvia!

Grazie a lui, Miss Vodka appare nettamente peggiorata: vuole tornare con Michele anche se non ha capito che lui ha il cuore, la testa (e qualcos’altro) nel basso di Maddalena; continua a bere imperterrita qualsiasi bevanda alcolica; è succube della madre despota e ha perso completamente il controllo della figlia adolescente.

Silvia, invece di perdere tempo con questo ciarlatano, ti consiglieremmo di rubare l’incasso di Caffè Vulcano e fuggire in Messico a bere caipiroska ma purtroppo in cassa ci sono solo € 23,50, quindi ti tocca ripiegare sul limoncello nostrano e sopportare quella banda di pazzi dei tuoi familiari.

Comunque, come sempre, noi di Un Posto al Blog abbiamo degli informatori segreti, che ci hanno appena indicato la vera identità dello psicologo.
Si tratta del dottor Luca De Sanctis: andato via circa 15 anni fa da Napoli con una bottiglia di Caffé Borghetti in mano, dopo 3 lustri passati a disintossicarsi in qualche clinica del nord è tornato a Posillipo spacciandosi per emerito psicologo, attirato dal profumo di limoncello che proviene da Palazzo Palladini. Silvia per lui non è esattamente una paziente... più che altro è una collega!

Ecco perché tutte le sedute si concludono con un brindisi beffardo in onore dei padri della psicanalisi! In alto i calici e… prosit!